The Elder Scrolls II : Daggerfall fu il successore di Arena con il quale condivideva la grafica pressoché identica e il menù di gioco, la principale mutazione era l’area di gioco ,veramente enorme e vastissima molto più grande dei successivi titoli della serie , ma per la vastità dell’area si doveva sacrificare la grafica ,per l’appunto uguale al primo della serie.
Ma andiamo con ordine:
Daggerfall aveva già tutti gli elementi che rendono unico un titolo della serie Elder Scrolls:
Il giocatore inizia come di consueto in una quest ambientata in una prigione, all’inizio della quale si deve scegliere la razza , il segno e distribuire i vari punti per le abilità , una volta all’aperto poi si può seguire la quest principale oppure girovagare liberi e andare magari a fare qualche lavoro per le gilde.
Come ho già scritto ciò che salta all’occhio è la vastità dell’ area di gioco, andando avanti si può sbloccare un cavallo per muoverci più velocemente, ma già dall’inizio si ha a disposizione l’avanzamento rapido della mappa che permette di spostarsi immediatamente da una località all’altra non prima però di aver scelto il modo in cui ci si sposta, si può infatti decidere di andare a piedi o in nave oppure se andiamo a piedi dobbiamo scegliere se andare direttamente al nostro obiettivo , oppure fermarci a delle locande; meno rischioso ma più lento.
Il sistema di controllo o lo si ama o lo si odia , io personalmente l’ho odiato preferendo di gran lunga quello usato in Oblivion e Morrowind, infatti in Daggerfall per colpire i nemici si deve muovere il mouse a mò di spada per dirigere gli affondi nella zona desiderata rendendo gli attacchi veramente scomodi .
Le quest del gioco sono tantissime ,tante quanto la vastità del regno, in più si deve calcolare che i dungeon sono intricati , ma di moltissimo , molte volte mi è capitato di perdermi e di dover seguire una guida su internet perché altrimenti ci avrei passato una vita tra quelle mura.
Il problema secondo me è che Daggerfall ha anticipato di troppo i tempi , infatti volendo portare un territorio vastissimo ,da far impallidire anche oggi nel 2011, ha sacrificato il comparto tecnico , cosi i dungeon si assomigliano troppo e danno la sensazione di essere sempre gli stessi (come Oblivion, Doh!), le zone aperte sembrano uguali , per le poche volte che si visitano a causa dell’avanzamento rapido, e la cosa più brutta sono gli sprite dei npg uguali e privi di personalità ma per fortuna danno la sensazione che le città siano vive perché almeno il giorno si muovono con fare indaffarato.
Insieme alla grafica ci sono l’enorme mole di bug a rovinare l’esperienza di gioco. Si sa he un rpg gigantesco come questo non possa esserne privo, ma con Daggerfall era vermante troppo , e il gioco era ingiocabile, per fortuna che con le patch future si è risolto qualcosa , ma nel 1996 non credo che ancora fossero molto conosciute.
Questi sono a mio avviso gli unici difetti di Daggerfall , ora passiamo al pregio più grande; la libertà :
Daggerfall resta il gioco dove il giocatore ha più libertà e scelta d’azione (almeno fino all’arrivo di Skyrim che secondo Todd Howard dovrà essere il gioco in termini di contenuti più grande prodotto da Bethesda!) In Daggerfall si può praticamente agire come si vuole , per farne alcuni esempi si può prendere la simpatia di una gilda piuttosto di una altra , possiamo imparare le magie che desideriamo oppure forgiarci la nostra spada , volendo si può diventare vampiri o lupi mannari , ovviamente unito al gioco ci doveva essere anche molta fantasia da parte dei giocatori , purtroppo a causa dei sistemi di allora.
E’ veramente difficile fare una recensione di Daggerfall, come ogni titolo della serie di The Elder Scrolls tra l’altro, il mio consiglio è di correre e scaricare i 600 MB del gioco sul sito ufficiale se non l’avete già fatto, in attesa di Skyrim che sembra essere l’ennesimo capolavoro sarà divertente fare un tuffo nel passato e rigiocare forse il migliore gioco per la piattaforma Dos e sicuramente una pietra miliare per il genere RPG.
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